Il retrieving e lo standard attitudinale 1


Standard di lavoro del Retriever

Le sei razze Retrievers hanno diversi “standard” morfologici che descrivono la loro estetica e costruzione fisica, differenziandoli dal punto di vista esteriore, ma tutte condividono un altro “Standard” inteso come un modo di essere comune, una comune attitudine che è stata selezionata con accoppiamenti e scelte di allevamento e che ha dato origine a queste straordinarie razze canine. Tutte queste razze meravigliose nascono per un impiego ben preciso insito nel loro stesso nome ”retriever”, in italiano si traduce “riportatore”. Questo è il ruolo  che le caratterizza e che presuppone le innumerevoli doti caratteriali e attitudinali  che tenterò di delineare in questo articolo.

L’articolo uno del regolamento internazionale delle prove di lavoro per retrievers F.C.I. (Federazione Cinologica Internazionale) può rappresentare il punto di partenza per descrivere lo standard di lavoro del cane da riporto:

The retriever is the shooting man’s indispensable help during a shooting day. The aim of these trials is to select the best dogs having the real game-finding ability, good temperament, good marking, a good use of nose, showing initiative and being tender-mouthed. Handling is only to be considered as the indispensable complement to these qualities, keeping the dog steady while walking at heel or at the stand, willing to obey the handler’s instructions when sent for game, which the dog has not been able to mark.

Gli elementi fondamentali che vengono considerati nel documento sono i seguenti:

  1. Steadiness: atteggiamento di calma e attenzione del  cane durante l’ azione di caccia, assenza di manifestazioni di stress eccessivo durante l’attesa.
  2. Game-finding ability:  capacità di marking e di cerca, uso appropriato dell’ olfatto, capacità di affrontare diversi tipi di ambiente come acqua profonda, terreni cespugliosi e sporchi.
  3. Willing to please: docilità, desiderio di obbedire, addestrabilità, attenzione verso il conduttore, desiderio di riportare, bocca morbida.

Steadyness

Per descrivere praticamente cosa ci si debba aspettare da un cane da riporto nell’impiego venatorio dobbiamo partire da una delle doti più importanti  e peculiari che consiste nell’ atteggiamento che il riportatore dovrebbe avere durante tutto il tempo dell’ azione di caccia e che possiamo riassumere nella capacità di attendere, dimostrando la massima attenzione e la massima  calma.
Il termine tecnico “Steadyness” descrive questo modo di essere, tale cioè da permettere al cane di seguire il suo conduttore rimanendo al suo fianco per assistere allo svolgimento della battuta di caccia in modo da non disturbare, consentendogli nel contempo di memorizzare i punti di caduta dei selvatici.

Game-finding ability

Tale atteggiamento si completa con la capacità di recupero della preda, “Game-finding ability” che riassume in sé le doti di marking e di cerca, tali da permettere al cane di affrontare con determinazione i più diversi tipi di ambiente come acqua profonda, terreni cespugliosi e sporchi.

Willing to please

Altre caratteristiche devono  essere la docilità: “Willing to please” che si traduce nell’ ottimo collegamento con il conduttore tale da rendere il cane così addestrabile da poter rispondere correttamente  alle indicazioni del conduttore anche a grandi distanze senza disturbare la selvaggina libera presente sul terreno.
La docilità è ancora più evidente nella sua componente innata quando si osserva l’atteggiamento di spontaneità con cui il cane riporta la preda (o comunque l’oggetto della sua ricerca) nella mano  del conduttore.

Bocca morbida

“Tender-mouthed” significa bocca morbida e sottolinea la delicatezza della presa: un corretto e affidabile uso della bocca costituisce una caratteristica molto importante strettamente connessa con l’indole stessa del cane in genere. Per un cane da riporto, la conformazione della mascella e la lunghezza della canna nasale, unite alla sensibilità nel dosare la pressione della presa, devono rispondere all’ esigenza di trasportare qualunque tipo di oggetto o preda, sia essa artificiale o selvatica, in modo sicuro ma senza mai sciuparla.
Questo è un esempio di quanto anche la qualità  morfologica riveste fondamentale importanza, sempre che venga considerata dal punto di vista funzionale: ad esempio il corretto tipo di pelo e sottopelo previsto dagli standard morfologici delle razze retrievers sono essenziali per il lavoro in acqua e per penetrare nei rovi più fitti.
Una buona costruzione scheletrica con le giuste angolazioni permette un’azione di spinta efficace durante il lavoro. In questa prospettiva le verifiche morfologiche assumono un valore che va ben oltre la bellezza intesa come puro gusto esteriore.

Doti naturali

Molto importante è sottolineare che tutte le qualità elencate fino ad ora, sono doti naturali insite nel cane a livello genetico, l’ addestramento può esaltare tali doti solo quando il cane abbia in sé un’innata predisposizione. Purtroppo dobbiamo constatare che il grande successo di queste razze ha favorito un deterioramento di tali attitudini naturali. L’allevatore attuale, nella maggioranza dei casi orienta le sue scelte negli accoppiamenti su considerazioni basate sull’estetica, sull’affetto o sul mero lato economico, quasi mai tenendo in considerazione l’ attitudine dei soggetti che produce, fanno eccezione pochi allevatori che continuano a selezionare i riproduttori in base alle qualità naturali e all’impiego pratico dei soggetti nel riporto, dando luogo negli anni alle così dette Linee di sangue da lavoro o “dual porpouse”.

Lavoro con i dummies (riportelli) e con selvaggina

La caratteristica che distingue il retriever da ogni altro cane, da caccia e non , è quella di dover sempre e comunque ignorare la selvaggina libera sul terreno e non disturbarla, concentrandosi esclusivamente su quella abbattuta o ferita e riportarla delicatamente come fosse un salvataggio e non un’aggressione.
Proprio per questo non è necessario andare a caccia per poter effettuare il lavoro di riporto con il proprio Retriever, infatti, nell’intento di mettere alla prova le doti naturali di un retriever ed addestrarlo al riporto, vengono utilizzati in tutto il mondo degli oggetti di vari materiali e forme chiamati “riportelli” o “dummies”. Questi oggetti vengono nascosti o lanciati, facendo anche uso di marchingegni vari, “dummy luncher”, capaci di proiettarli a  notevoli distanze, in modo da simulare il più possibile il comportamento della selvaggina a caccia.
Ogni anno in Italia si organizzano un buon numero di prove di addestramento (Working Test ) nelle quali si impiegano esclusivamente riportelli: questo tipo di prove rappresenta il modo più semplice e accessibile a tutti per avvicinarsi al mondo delle prove di lavoro. L’ uso dei riportelli consente anche a coloro che sono contrari alla caccia di vivere le stesse grandi  emozioni e condividere con il proprio cane momenti di intensa complicità.  Le prove sono organizzate su terreni naturali, in modo da poter valutare il lavoro  del cane in ogni situazione compreso il lavoro in acqua.

Obbedienza del cane da riporto

Un buon cane da riporto dovrà necessariamente avere un elevato livello di obbedienza, che non interessa in quanto fine a se stessa ma deve essere sempre finalizzata alla collaborazione con il conduttore per affrontare e risolvere insieme qualsiasi situazione si presenti durante il lavoro di riporto, dovrà essere capace di rimanere fermo  e attento senza lasciare il suo posto, pur essendo libero dal guinzaglio e distante dal conduttore, dovrà rientrare prontamente appena venga richiamato, anche in presenza di forti distrazioni. Dovrà essere capace di seguire il suo conduttore, anche senza il guinzaglio, rimanendo al suo fianco senza intralciarlo pur  mantenendo l’ attenzione su tutto ciò che accade sul terreno di caccia.

Handling

La preparazione specifica di un retriever prevede una serie di segnali e indicazioni verbali e gestuali spesso coadiuvate dall’uso del fischietto tali da poter condurre il cane a distanza seguendo le indicazioni di direzione impartite dal conduttore “handling” e  concentrare la sua cerca in un’ area circoscritta che potrà anche essere  molto distante dal punto di invio del cane. Solo in questo modo sarà possibile non disturbare la selvaggina libera presente sul terreno e non intralciare il lavoro degli altri cani.
Ovviamente, non appena avrà trovato il suo  riporto, dovrà abboccarlo senza esitazioni e riportarlo correttamente e rapidamente  per consegnarlo nella mano del conduttore.

Prove di lavoro

In Italia esistono due diversi tipi di prove di lavoro: i Working Test per Retrievers e i Field Trial per Retrievers. I primi prevedono l’uso esclusivo di riportelli da addestramento, mentre i secondi sono vere e proprie prove di caccia su selvaggina abbattuta in presenza dei cani.
I Working Test sono suddivisi  in quattro classi che possono essere affrontate sia in assetto competitivo che in assetto didattico  non competitivo. Si compongono di una serie di esercizi che vengono predisposti e valutati da un team di giudici in base al regolamento. I giudici possono attribuire un  punteggio da zero a venti per ogni esercizio.
La categoria non competitiva offre l’ opportunità di provare l’ esercizio di qualsiasi classe competitiva, con la differenza che il giudice non darà nessun punteggio, ma darà le opportune spiegazioni ai fini didattici. I Dummy Trial sono delle gare molto divertenti e consistono nella simulazione di una prova di caccia con l’ uso dei dummies (riportelli); il susseguirsi dei riporti può avvenire  sia in battuta fissa , simulazione di “Drive”, sia a terra che in acqua, in prossimità di zone umide, simulando una battuta agli acquatici, possono svilupparsi  lungo un itinerario che i conduttori con i loro cani eseguono camminando gli uni a fianco agli altri, in modo che lo scenario sia sempre in movimento, in gergo tecnico si dice “Walk up”. Si applicano i regolamenti delle prove di caccia.

Prove di caccia “Field trial”

Tornando al nostro Paese, attualmente le uniche  prove di lavoro  con in palio il C.A.C. e il C.A.C.I.T.,  certificati per  il Campionato Italiano e Internazionale di lavoro, sono le prove di caccia per retrievers su selvatico abbattuto “Field Trial”. Per tutti i “Field Trial”, a seconda del tipo e del livello della prova, vengono applicati i regolamenti nazionale o internazionale che possono essere visionati nel sito della FCI e in quello dell’ Ente Cinofilia Italiana (ENCI ).

Riscontri nella vita quotidiana, nell’impiego a scopi sociali e in allevamento

Indubbiamente un  soggetto che esterni nel suo fenotipo tutte le caratteristiche attitudinali di razza, sarà la gioia di qualsiasi  proprietario  ed un ottimo compagno per qualsiasi famiglia che gli dedichi affetto, anche quando non venga mai condotto a caccia o in gara.
Grazie a tali doti innate e al suo finissimo olfatto, si dimostrerà del tutto realizzato anche svolgendo altre mansioni che possano soddisfare il suo desiderio di apprendere e di rendersi utile.
Potrà essere impiegato agevolmente come cane da ricerca e soccorso tanto per il ritrovamento di persone disperse come per la ricerca di tartufi, esplosivi o sostanze stupefacenti. Allo stesso modo potrà essere impiegato come cane  da terapia o da assistenza.
Sarà sufficiente impegnarlo in una qualsiasi attività da svolgere insieme al suo conduttore, nella quale vi sia bisogno di interagire con lui.
Per l’allevatore sarà necessario e sufficiente dedicarsi alla ricerca di posti stimolanti dove potere effettuare lunghe passeggiate in campagna, nel bosco o intorno al lago, basterà essere  armato di  racchetta da tennis e di un buon numero di palline per poter effettuare dei lunghi lanci e mantenere viva la voglia di riportare anche nei cani più anziani.
Queste sono occasioni di fondamentale importanza per chi voglia selezionare in modo corretto una delle nostre meravigliose razze: trascorrere del tempo con i propri retrievers  testando e fortificando il legame  e il contatto reciproco, mantenendo attivo il loro fisico ma soprattutto testando e mantenendo vive le loro attitudini naturali. Tali attitudini sono oggetto della corretta selezione operata dall’allevatore che senta il dovere di mantenere nelle future generazioni il bagaglio genetico, comportamentale e attitudinale del retriever.

Angelo Zoccali
RetrieverSchool

Curriculum cinofilo
Sono nato a Roma il 23 marzo 1969. L’attrazione per i cani e gli animali in genere, nel mio caso, è di tipo congenito ciò significa “esistente dalla nascita”.  Molta parte della mia infanzia e adolescenza è trascorsa osservando gli animali e i cani in particolare, studiandoli, frequentandoli in tutte le occasioni in cui riuscivo ad avere un contatto con loro e talvolta sognando di essere uno di loro. Il desiderio mediato dall’attesa è quello più appagante di tutti e così è stato! Il primo Labrador è entrato in casa venti anni fa, e dopo un anno anche il secondo; e dopo pochi anni sono arrivati i primi successi nelle prove di lavoro. In quegli anni le prove di lavoro per retrievers erano ancora poco diffuse in Italia, così cominciai a recarmi spesso in  Francia e in altri paesi europei partecipando alle prove internazionali e avendo occasione di conoscere i migliori soggetti delle razze retrievers di linee da lavoro, innamorandomi di loro, della loro energia e del loro desiderio incontenibile di collaborare con l’essere umano. I miei cani mi hanno permesso di ottenere grandi risultati: una decina di campioni italiani di lavoro e altrettanti campioni francesi di lavoro, numerose convocazioni per rappresentare l’ Italia alla Coppa Europa FCI (ottenendo un primo posto assoluto con il titolo di Individual Competition Winner) , alcune presenze all’ Individual Challenge Cup FCI (ottenendo un terzo posto assoluto), ben undici presenze con la Nazionale italiana agli International Working Test FCI (con un terzo, un quarto e un quinto posto assoluto come team e un nono posto assoluto come individuale), ma ancora più importanti sono i risultati ottenuti da quei soggetti da me allevati o preparati per scopi sociali che lavorano con i loro conduttori e proprietari svolgendo attività di ricerca e soccorso o assistenza. Da oltre dieci anni mi occupo della preparazione di soggetti di proprietà di altri allevamenti oltre a seguire la preparazione di altri conduttori. Questa attività mi ha permesso di conoscere a fondo altri appassionati della nostra disciplina stringendo spesso rapporti di amicizia e collaborazione indispensabili in questo tipo di attività cinofila. Si è creato così, un gruppo di amici speciale, che si allenano insieme e si aiutano a vicenda distinguendosi anche nelle competizioni ai massimi livelli e collaborando spesso nelle scelte di selezione e allevamento.
Ho ottenuto un importante riconoscimento da parte del Ente Cinofilia Italiana che mi ha designato come selezionatore per comporre la squadra nazionale italiana partecipante all’Individual Challenge Cup FCI nell’anno duemiladodici. Durante la mia permanenza nell’ ambito del Consiglio direttivo centrale del Retrievers Club Italiano ho avuto l’impegnativo compito di coordinare la commissione per la stesura dei nuovi regolamenti nazionali delle prove di lavoro per retrievers, collaborando a tal fine con l’Ente Cinofilia Italiana. Il mio attuale impegno si chiama Retrieverschool, una struttura nata per avvicinare le persone a questa meravigliosa disciplina , formare nuovi conduttori e offrire un posto dove poter lavorare al meglio con i retrievers, creare un gruppo con il quale condividere esperienze, organizzare eventi didattici, condividere trasferte per addestrare o gareggiare con i cani, offrendo anche la possibilità di alloggio per i cani ed i loro proprietari o conduttori.

  
  
     

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